5 idee brillanti per una vacanza in Sicilia?

Situazione attuale A causa della siccità, la Sicilia si sta già trasformando in un deserto: dal 2003 le precipitazioni sono diminuite del 40%, e nell'estate 2021 è stato battuto il record di temperatura con 48,8°C.

Gli allevatori sono costretti ad abbeverare il bestiame con acqua sporca da un piccolo stagno e temono che presto dovranno abbattere tutti gli animali e chiudere le fattorie - chiedono aiuto al governo e persino all'esercito. Gli esperti ritengono che entro il 2030 il clima di un terzo dell'isola diventerà simile a quello delle zone desertiche di Tunisia e Libia, riporta The Guardian.

Interventi governativi e richieste di aiuto

A maggio 2024, il governo ha dichiarato lo stato di emergenza sull'isola per la siccità e ha stanziato 20 milioni di euro di aiuti. Ma non è sufficiente: le autorità locali avevano richiesto 130 milioni di euro, e gli agricoltori chiedevano l'intervento dell'esercito per portare l'acqua nelle fattorie.

Il parere degli esperti

Il professor Christian Mulder, esperto di ecologia e situazioni climatiche estreme all'Università di Catania, afferma che l'isola va incontro a un "futuro difficile" e ritiene che la situazione in Sicilia sia colpa delle autorità regionali e del governo nazionale.

"Entro il 2030, un terzo della Sicilia diventerà un deserto - come in Tunisia e Libia. Gli antichi acquedotti non sono stati manutenuti né rinnovati. La Sicilia affronterà conseguenze concrete dopo decenni di cattiva gestione delle risorse idriche", ha dichiarato Mulder.

Impatto sugli agricoltori e allevatori

In precedenza, nonostante i sistemi idrici quasi inutilizzabili e obsoleti, gli agricoltori abbeveravano gli animali con l'acqua accumulata nei bacini artificiali dalle piogge, ma negli ultimi sei mesi del 2023 sull'isola sono caduti solo 150 millimetri di pioggia, causando il prosciugamento anche di questi.

"La situazione è terribile: gli animali non hanno più acqua. L'unica fonte d'acqua è uno stagno artificiale, ma anche lì è rimasto solo fango", racconta Luca Cammarata, 53 anni, proprietario di 200 capre.

Conseguenze economiche

Secondo l'Associazione Giovani Imprenditori Agricoli, già ora le aziende agricole stanno abbandonando l'isola a causa dei problemi idrici - e 33.000 persone hanno perso il lavoro. Da diversi mesi, in segno di protesta, gli agricoltori non partecipano alle elezioni locali ed europee.

Gli scienziati ritengono che il riscaldamento globale potrebbe cambiare completamente la situazione nel Mediterraneo: le colture e le piante tradizionali italiane vengono sostituite da quelle tipiche dell'Africa - negli ultimi tre anni il raccolto di papaia, mango e avocado è raddoppiato. Sull'isola si coltiva anche il caffè con successo.