Film del Giorno: "The Invention of Lying" – Ricky Gervais nella Mia "Commedia Intelligente" Preferita

Perché questo film è ancora più rilevante oggi di quanto lo fosse 15 anni fa?

"The Invention of Lying" (2009) – una commedia filosofica del regista e sceneggiatore britannico Ricky Gervais, che interpreta anche il ruolo principale. L'umorismo qui si intreccia con profonde riflessioni filosofiche sulla natura umana, la moralità e il ruolo della religione nella società.

Al centro della storia c'è Mark Bellison, uno sceneggiatore sfortunato che vive in una realtà alternativa dove l'umanità non ha mai imparato a mentire. Perché sia successo rimane un mistero, ma è così che stanno le cose – in questo mondo, le persone dicono solo la verità, non importa quanto possa essere dolorosa.
Ricky Gervais con un'espressione sorpresa tiene una pila di soldi in una banca, in piedi al bancone sullo sfondo di un'uscita e finestre alte
Scena da "The Invention of Lying"
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Quando Mark acquisisce improvvisamente la capacità di mentire, diventa la prima e unica persona al mondo capace di ingannare. E ragazzi, se ne approfitta davvero...

Di cosa parla il film

A prima vista, "The Invention of Lying" potrebbe sembrare una semplice commedia su un uomo che usa il suo discutibile dono per tornaconto personale. Ma c'è molto di più in ballo.

Il film esplora diversi temi chiave. Primo, la natura della menzogna e il suo ruolo nelle relazioni umane. Siamo condizionati a pensare alle bugie come a qualcosa di malvagio, ma il film mostra come a volte le non-verità possano essere atti di compassione – come quando Mark mente alla madre morente sull'esistenza di una vita dopo la morte.
Ricky Gervais e Jonah Hill in abiti da lavoro in piedi in un ascensore, si guardano con espressioni serie sui volti
Ricky Gervais e Jonah Hill in "The Invention of Lying"
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Secondo, il film presenta una satira pungente della religione. La "religione" che Mark crea accidentalmente si diffonde rapidamente, mostrando quanto facilmente le persone accettino storie consolatorie per fede, soprattutto quando affrontano paure della morte e dell'ignoto.

Il terzo tema principale critica la società consumistica moderna e i valori superficiali. Il mondo dove le persone non sanno mentire emerge come un luogo crudele e disumano dove i perdenti (e chiunque non si adatti all'ideale) affrontano disprezzo aperto.

Perché vale la pena guardarlo

"The Invention of Lying" offre un approccio davvero fresco a temi familiari. Gervais crea un universo unico con le sue regole che ti costringe a ripensare le nozioni convenzionali su onestà e moralità.

Il film non si affida a risate facili o comicità fisica. Ci sono dialoghi brillanti e umorismo situazionale – momenti per ridere, momenti per riflettere. Le scene dove i personaggi si dicono verità brutalmente oneste in faccia sono simultaneamente esilaranti e dolorosamente riconoscibili.
Dietro il guscio comico si nasconde una seria dichiarazione filosofica. Il film solleva domande su cosa ci renda umani, se abbiamo bisogno della fede per essere felici, e se le bugie compassionevoli possano essere più morali delle verità crudeli.
Avrai anche un cast solido. Oltre a Ricky Gervais (a proposito, noi di solostelle.com consigliamo vivamente anche la serie "After Life" con lui protagonista), "The Invention of Lying" presenta Jennifer Garner, Jonah Hill, e il comico Louis C.K.

A mio parere, nella nostra era di post-verità e fake news, il film diventa particolarmente rilevante. Ti fa riflettere sul ruolo della verità e delle bugie nel mondo moderno, e naturalmente su come l'informazione plasmi la nostra percezione della realtà. Insomma, questo è uno di quei rari casi in cui il cinema commerciale non ha paura di affrontare domande filosofiche complesse. È un film per chi apprezza l'intrattenimento intellettuale e non ha paura di riflettere su quello che ha visto.