Se pensate che l'horror non possa più sorprendervi — mettetevi alla prova con "We Have Always Lived in the Castle" (1962). Shirley Jackson, la stessa scrittrice che ci ha regalato "The Haunting of Hill House," non punta sui jump scare e sul sangue in questo romanzo. Invece, scommette tutto sul terrore puro.
Si insinua tra le righe come l'acqua, lento e costante, finché all'improvviso la trappola scatta.
- Genere: horror psicologico / dramma gotico / thriller domestico
- Perché leggerlo: perché la paura non viene sempre dal buio. A volte è seduta proprio al tavolo della cena
- Per chi: lettori stanchi dell'horror scontato che vogliono letteratura davvero solida e che fa venire i brividi

Fonte:
imdb.com
Poi arriva inaspettatamente il cugino Charles. E tutto crolla.
"We Have Always Lived in the Castle" è un romanzo che sfida i confini dei generi. È fiaba, distopia e parabola tutto insieme. Una storia su equilibri fragili e su come ognuno di noi possa essere un mostro. O un santo. Dipende da chi racconta la storia.

Fonte:
imdb.com
Il risultato è una storia gotica atmosferica che cattura abbastanza bene lo spirito dell'originale. Ma come spesso succede, la vera magia sta nel testo. Con la Jackson, ogni parola vale oro. Quindi anche se iniziate dal film, non saltate il libro. In precedenza su solostelle.com, vi abbiamo parlato del libro "Salem's Lot" — quando qualcosa che teme la luce si trasferisce nella casa di fronte.