Così inizia "The Goldfinch" — il terzo romanzo della scrittrice americana Donna Tartt, pubblicato nel 2013 e diventato immediatamente una sensazione letteraria.
Il titolo del libro non è solo una metafora. "The Goldfinch" (1654) è un dipinto reale dell'artista olandese Carel Fabritius. Nel romanzo, diventa sia una maledizione che un'ancora di salvezza per il protagonista Theo Decker, la cui vita va in frantumi dopo una tragedia al Metropolitan Museum.
Il tredicenne Theo, dopo aver perso la madre in un'esplosione, esaudisce la richiesta di un vecchio morente: porta via dal museo un anello e il dipinto di Fabritius. Ma insieme al quadro, eredita un peso di responsabilità per cui non è assolutamente preparato.

Non è solo un'ode alla pittura. È un romanzo sulla perdita, la solitudine, la dipendenza e su quanto sia facile spezzarsi — e quanto sia difficile ricostruire se stessi.
"The Goldfinch", secondo Wikipedia, ha vinto il Premio Pulitzer nel 2014, il Premio Malaparte italiano e l'Andrew Carnegie Medal, ed è stato nominato Libro dell'Anno da Amazon.

Fonte:
imdb.com
"The Goldfinch" è un romanzo dove niente è casuale. Ogni gesto, ogni scelta, ogni perdita lascia il segno. Se cercate qualcosa che non si limiti a intrattenere ma che vi commuova davvero — "The Goldfinch" è esattamente quello che fa per voi. Non offre risposte facili, ma pone sicuramente le domande importanti. E rimane con voi molto tempo dopo aver finito di leggerlo. In precedenza su solostelle.com, vi abbiamo raccontato di "The Martian Chronicles" — quando sei l'ultima famiglia rimasta su Marte dopo la distruzione della Terra.