Non hai sicuramente visto questo film degli anni '70 che Tarantino ha messo sullo stesso piano di "Django"

Appare sullo schermo con un'espressione di totale sicurezza e lo sguardo socchiuso di un uomo che se ne frega altamente delle tue regole. Distribuisce schiaffi con freddezza, smantella la mafia dall'interno, si destreggia contemporaneamente tra relazioni con più donne, e finisce invischiato in un tritacarne sanguinoso verso il finale.

Conoscete "A Man Called Tiger", un film che Quentin Tarantino ha seriamente paragonato al suo "Django Unchained" in una recensione. Sì, esiste davvero. E sì, quasi certamente non ne avete mai sentito parlare.

Girato nel 1973 dal regista Lo Wei (lo stesso che ha lavorato con Bruce Lee in "Fist of Fury"), questo film d'azione di Hong Kong è diventato quasi per caso un esempio perfetto di come il cinema asiatico possa essere allo stesso tempo sporco, glamour, sanguinario e incredibilmente stiloso.
Trailer di A Man Called Tiger
Anche se inizialmente Bruce Lee doveva interpretare il protagonista, il progetto è andato a Jimmy Wang Yu — che l'ha trasformato in un turbine brutale.

Tigre Senza Maschera

Il personaggio di Wang Yu non è un eroe nel senso tradizionale. Non cerca vendetta per giustizia. Non si infiltra nella yakuza per salvare l'umanità. Vuole semplicemente scoprire chi ha ucciso suo padre — e spianare chiunque gli si metta sulla strada.

Ricatta, picchia la gente, la scaraventa attraverso i tavoli e trasforma un casinò in un bagno di sangue. In una delle scene più memorabili, sfrega un pezzo di bottiglia rotta sulla faccia di qualcuno in un bar — ed è solo a metà film.

lo descrive come uno Steve McQueen asiatico — e ha centrato il bersaglio. Il tipo di personaggio che dovresti odiare ma da cui non riesci a staccare gli occhi.
Il regista Quentin Tarantino in giacca nera, a destra un uomo e una donna nella luce rosa
Quentin Tarantino e una scena da A Man Called Tiger
Fonte:

Più Che Semplice Kung Fu

"A Man Called Tiger" non rientra nei modelli standard dei film di arti marziali. È più simile a un thriller mafioso italiano con atmosfera giapponese e coreografia di Hong Kong.

E sorprendentemente, il film è ancora vivo. Viene guardato dai fan dell'azione old school, discusso su IMDb, e ricordato da Tarantino:
Tutto [nel film] finisce con un magnifico colpo finale alla testa al rallentatore, il migliore che abbia mai visto. Quando si tratta di carneficina sanguinosa, questo rivaleggia con il climax di 'Scarface' di De Palma e la sparatoria a Candyland nel mio 'Django Unchained'
Quentin Tarantino su A Man Called Tiger
In definitiva: date una possibilità a "Tiger". Solo non stupitevi se a metà film vi ritrovate improvvisamente a tifare per il più grande psicopatico sullo schermo. In precedenza, noi di solostelle.com vi abbiamo raccontato del film che Tarantino considera il suo migliore, mentre gli spettatori lo chiamano "spazzatura sopravvalutata."