"Final Destination: Bloodlines" — il miglior sequel dal film originale. Perché vale la pena guardarlo?

I critici e il pubblico sono entusiasti del nuovo capitolo. Cosa stanno dicendo del sequel che tutti dovrebbero vedere?

Il sesto capitolo della cult saga horror Final Destination — con il sottotitolo Bloodlines — è approdato sulle piattaforme digitali e sembra aver compiuto l'impossibile. Non solo è tornato in pista, ma ha dimostrato che la formula classica di morti casuali, destino maledetto e catene di coincidenze folli funziona ancora. E con rinnovata potenza.

La trama ruota attorno a Stephanie (Kaitlyn Santa Juana) — una studentessa tormentata da incubi ricorrenti su una tragedia accaduta alla nonna Iris. Ma questi sogni non sono solo sogni.
Una ragazza in un vestito blu guarda la macchina fotografica contro uno sfondo di fuoco e finestre
Cornice e poster da Final Destination: Bloodlines
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Si scopre che Iris una volta riuscì a beffare la morte e salvare vite che non dovevano continuare. Ora la resa dei conti raggiungerà non solo i "sopravvissuti", ma anche i loro discendenti.

I critici si stanno sbracciando per elogiare il film. Su Rotten Tomatoes ha ottenuto il 92% di "fresco" dai recensori professionali e l'86% dal pubblico. E non si tratta di semplice rispetto di cortesia — è una vera sensazione horror.

Praticamente tutte le recensioni concordano: Bloodlines è il miglior film della serie dal primo capitolo. Il focus sullo sviluppo dei personaggi, il montaggio brillante, un nuovo livello di morti inventive e la sensazione che gli sceneggiatori abbiano davvero cercato di innovare piuttosto che copiare semplicemente quello che è venuto prima.

Come scrive Jay Urtado di ScreenAnarchy, il film "parte a razzo dal primo minuto e non molla fino a quando non avrai riso, pianto, esultato e avuto paura." E Jeremy Aspinall di Radio Times lo definisce un "reboot brillante e incredibilmente coinvolgente."
Quando tutto questo inferno finalmente si scatena, l'incredibilmente intricata rete di connessioni, coincidenze e collisioni che si dipana sullo schermo è simultaneamente terrificante, esilarante e genuinamente ispirata.
Il critico cinematografico Lee Pach del Daily Telegraph (Australia)
E sì, il pubblico ammette all'unanimità: questo non è solo "l'ennesimo sequel." È uno slasher solido, genuinamente divertente e inventivo che ti fa credere di nuovo che anche il destino può essere riscritto. Anche se il prezzo sarà — come sempre — sanguinoso.

Vi consiglio vivamente di vedere il film di persona. E in precedenza noi di solostelle.com vi abbiamo raccontato cosa dicono critici e pubblico del remake di How to Train Your Dragon. Spoiler: non sono tutte buone notizie.